Crisi Mar Rosso…e ora? L’impatto sui trasporti merci internazionali 

Crisi Mar Rosso…e ora? L’impatto sui trasporti merci internazionali

Chi sono gli Houthi, cosa è successo e cosa aspettarsi dalla crisi dei trasporti marittimi internazionali nel Canale di Suez

Sull'attuale crisi del Mar Rosso è stato scritto e detto tantissimo, ma c'è una domanda che frequentemente ci viene posta dai nostri clienti: e ora che succede? Quando si tornerà alla normalità?
Per rispondere a queste domande e provare a fare una previsione che si basi sui fatti attualmente a nostra conoscenza, dobbiamo fare un passo indietro e comprendere l'attuale scenario che si è venuto a delineare nel Mar Rosso.

Partiamo quindi dal comprendere chi sono gli Houthi, che in tanti ci siamo probabilmente immaginati come una banda appena "nata" di ribelli con i razzi puntati verso le navi occidentali. Ma come sempre, quando si parla di Medio-Oriente, la realtà è più complessa di quanto appare.

Gli Houti e il loro ruolo nell’attuale situazione del commercio internazionale

Gli Houthi sono un gruppo armato yemenita con funzione anti-governativa, si definiscono "I Partigiani di Dio". Il movimento nasce nel 1992 con l'obiettivo di "promuovere la rinascita zaydita", ossia la lotta (anche armata) agli usurpatori ed oppressori dello Yemen.

L'invasione dell'Iraq nel 2003 da parte delle forze occidentali diede il via agli slogan anti-statunitensi e anti-israeliani, con i giovani sostenitori Houthi che diedero il via ai primi scontri con il governo yemenita. Si arriva quindi alle nuove rivolte del 2011 e 2014, in conseguenza degli autocratici regimi al potere, della corruzione dilagante e dell'aumento vertiginoso dei prezzi dei generi di prima necessità.

I ribelli prendono il controllo di diverse zone dello stato, ma sono contrastati da Al-Qaida (proprio il gruppo guidato da Osama Bin Laden, che ricordiamo per l'attacco agli USA nel 2001, quando abbatté le Twin Towers di New York). Lo scontro dà il via ad una guerra civile che porterà alla morte di più di 110.000 persone. 
Senza addentrarci troppo su temi politici o religiosi, per la nostra analisi è fondamentale considerare che: gli Houthi sono un gruppo attivo da più di 20 anni, abituato a combattere per lungo tempo in territori non facili, un movimento che secondo le stime oggi può contare su 100/120 mila persone (armate e non) e che gode del supporto dell'Iran.

Il fatto quindi che il movimento abbia solide basi politico/religiose, che possa contare su risorse e uomini rilevanti e che sia abituato a combattere per lungo tempo, non fa ben sperare per una rapida risoluzione della crisi del Mar Rosso.

Spostiamo ora la nostra analisi sul territorio, o meglio sullo stretto di Bab-el Mandeb che congiunge il Mar Rosso con il Golfo di Aden e che viene attraversato in media da 78 navi al giorno (17000 navi all'anno) di qualsiasi tipologia, quindi portacontainers, petroliere, gasiere, rinfusiere, navi passeggeri e ro/ro.

Lo stretto il Bab el-Mandeb tra Djibouti e lo Yemen ha una larghezza complessiva di circa 30 Km, questa zona controllata dagli Houthi, rappresenta un passaggio obbligato verso il canale di Suez.
Considerando quindi tutti punti che abbiamo analizzato, al momento è difficile prevedere un ritorno alla normalità nel Mar Rosso in tempi brevi, nonostante la presenza delle forze occidentali nella zona che svolgono unicamente azioni difensive verso le navi mercantili nell'area, senza attaccare gli Houthi.

La missione Aspides organizzata dal Consiglio UE è infatti una missione difensiva ed ha una durata prevista di un anno.

Le compagnie marittime nel frattempo si sono organizzate per far fronte al mancato passaggio del canale di Suez, impiegando un maggior numero di navi ed adattando le schedule ai nuovi transit time della rotta via Capo di Buona Speranza.

Per ora quindi questa sembra essere la nuova normalità, sebbene l'ovvia speranza sia che si torni presto ad una pace duratura e che nel frattempo non perdano la vita altre persone in quel tratto di mare di 30km.

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