Come riporta il portale di Business Insider Italia (it.businessinsider.com), il mese scorso, la Maersk Eindhoven è stata l’ultima nave portacontainer a perdere un numero considerevole di casse nell’oceano.
La nave stava navigando dalla Cina a Los Angeles con un carico completo di oltre 13.000 container quando ha subito una perdita di potenza del motore e manovrabilità nei mari agitati al largo del nord del Giappone, con il conseguente riversamento di circa 260 container in mare.
Se l’evento fosse stato un caso, una tantum, il prezzo occasionale pagato per il commercio via mare, avrebbe suscitato poco dibattito. Ma questo è solo l’ultimo di una serie di incidenti in cui le navi hanno perso quantità sostanziali e preziose di carico e sta esacerbando le pressioni su una catena di approvvigionamento già sottoposta a stress.
Oltre agli indicibili danni da inquinamento oceanico, decine di migliaia di container sono stati ritardati poiché gli operatori sono stati costretti a ritirarsi in porti sicuri per contenere i danni causati dalle ‘casse volanti’, sommandosi al caos della catena di approvvigionamento che già sta danneggiando gli importatori al dettaglio statunitensi e sta facendo salire i premi assicurativi dei trasporti e marittimi.